Comunicazione Progetto Formare per Crescere

02 Novembre 2021

La situazione inedita provocata dalla pandemia di coronavirus, ha determinato la necessità di rimodulare le attività del progetto FORMARE PER CRESCERE.
La chiusura su tutto il territorio nazionale delle scuole di ogni ordine e grado nella prima ondata di pandemia e le restrizioni introdotte dai DPCM, ci hanno indotto inesorabilmente a rivedere alcune delle fasi del progetto il cui centro è l’adolescente inserito nel sistema educante. La rimodulazione ha riguardato il concetto stesso di comunità educante in un momento in cui il distanziamento sociale è stata l’unica misura possibile per contenere il contagio. Le scuole sono state messe al centro di un delicato sistema per poter garantire ai ragazzi e alle ragazze la continuità di una normalità di vita, oltre alla possibilità di proseguire il percorso formativo, sebbene con i limiti e le fatiche di una didattica a distanza. Questa situazione ha reso ancora più evidenti le disparità esistenti tra territori, nelle comunità e all’interno delle stesse classi, tra chi ha la possibilità di accedere agli strumenti per la didattica a distanza e chi non solo non possiede questa opportunità, ma dovrà probabilmente confrontarsi con un futuro ancora più incerto e difficile. Con la diffusione del Covid-19, si è presentata la necessità, per gli alunni, di avere un tablet oppure un computer, non solo per seguire le lezioni da remoto. Gli studenti, infatti, sono chiamati anche a compiere ricerche, esercitazioni, compiti via web e conferenze con gli studenti. Tutto questo diventa piuttosto complicato se in casa è presente un solo pc, magari proprio quello usato dai genitori, oppure da altri componenti, che nel frattempo svolgono la propria attività lavorativa in modalità smart working oppure la presenza di più figli che necessitano contemporaneamente di una attrezzatura informatica per l’obbligatorietà della DAD. Si è scelto, pertanto, di revisionare le attività del progetto trasformandole e utilizzando lo strumento a cui gli adolescenti, loro malgrado, si sono adattati: la didattica a distanza, che in questo caso chiamiamo il laboratorio a distanza, per essere non solo un’occasione di risposta immediata alle varie difficoltà (isolamento, distanziamento sociale, disorientamento) che i ragazzi stanno vivendo, ma anche opportunità di una progettazione futura, che faccia sentire i ragazzi e le ragazze protagonisti della ricostruzione della propria comunità nel post-emergenza. Abbiamo inteso continuare a lavorare come comunità educante, rafforzando il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze e mantenendo vive le relazioni con gli attori finora coinvolti (tutoring, coaching, mentoring) nella prospettiva che ciò che manuteniamo e attiviamo anche in questo momento difficile potrà essere un presidio per la fase di post emergenza. Indagine Demopolis “Gli italiani e la povertà educativa minorile”.